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Momenti indelebili

Passare nelle stesso posto diverse volte e vedere che l'ombra si sposta sul lato opposto del marciapiede dove stai correndo. Partire c...

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Quando l'1% vince

lunedì 16 novembre 2020

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Come non fidarsi delle parole che il tuo amico del cuore ti manda su whatsapp.

Da qualche giorno sono iniziate le mie avventure con Zwift, e avendo il fior fiore della tecnologia del nuovo millennio, ingenuamente pensavo fosse tutto molto facile, attacchi la spina, fai partire l'app, connetti il bluethoot e il gioco è fatto, ...ma quando.

La connessione bluethoot come si sa è farlocca se avviene tra dispositivi di diverse generazioni, perciò può capitare che nel bel mezzo dell'allenamento, mentre stai sudando sulla tua prima salita al 18%, il tuo avatar smetta di pedalare, provi perciò, tra un imprecazione e l'altra, a riconnettere tutto, ovviamente non riuscendoci, il tutto mentre il ventilatore ti congela la pancia facendoti venire il cagotto.
Riesci poi a capire che oltre al bluethoot c'è anche la wifi che è fondamentale, avendo due reti distinte in casa può capitare che il mac in automatico 'swiccia' sull'altra facendo scendere dalla bici il tuo avatar, di nuovo, e li riprendi a tirarle giù da dove avevi lasciato l'ultima volta.
Sistemati questi problemi e testato diverse volte che è tutto a posto decidi allora di iscriverti ad un evento.
Ora, un evento su Zwift è come andare a fare una granfondo, anche se ha come distanza 5km, ti devi preparare per tempo tutto l'occorrente, scarpe calzini completo, come per andare a fare un uscita vera e propria, con la differenza che se si parte alle 18:00:00 tu ovviamente devi essere pronto almeno alle 19:45:00 ma non prima delle 19:30:00, perchè se hai il televisore impostato col risparmio energetico che dopo un'ora di inattività si spegne può capitare che nel bel mezzo della gara la TV va in poweroff e ti ritrovi a pedalare gli ultimi km al buio, non ti rimane allora che farti mentalmente i conti di "quando" potrebbe essere finita la gara, ma puntualmente, come insegna Murphy, scendi dai pedali, riaccendi la tv e ti ritrovi che sei a 400m dall'arrivo, dunque dopo aver continuato a tirarle giu (parte tre) risali in sella nel momento in cui vedi sorpassarti da tutti quelli che poco prima con la bava alla bocca avevi faticosamente superato.
Poi ci sono gli eventi organizzati dai tuoi amici a cui non vuoi mancare, uno lo salti per buone ragioni, l'altro lo fai appena rientrato da una corsetta con le gambe belle imballate (in fondo sei hai fatto l'ironman (5anni fa) che cazzo ce vole), sono pochi km fatti a tutta. ...arrivi penultimo, hai almeno salvato la faccia. ...a no, l'ultima era una donna che fa classifica a parte.
A me sto Zwift me sta già sulle palle...
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Borgo Egnazia Triahlon 2020 col botto

giovedì 1 ottobre 2020

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Finalmente la giusta presenza per una gara che a mio parere merita moltissimo in termini di organizzazione e location, lo scorso anno eravamo appena 140 partecipanti, quest'anno sono quasi 700, è vero che, con tutta questa gente, accompagnatori esclusi, ci sarà da vedere come si faranno a rispettare le distanze di sicurezza, per me una cosa quasi impossibile, almeno nella corsa, un circuito di 7km con 700 persone che corrono, il dubbio ce l'ho. 

Dico questo perchè ultimamente vado spesso in Puglia per lavoro e noto purtroppo una certa leggerezza nei confronti del virus, da parte di tutto il sistema, alberghi che non controllano la temperatura, ristoranti non ne parliamo, mascherine raramente anche nelle piazze affollate, nei taxi ne mascherina ne plexiglass che separa autista dai clienti, anzi, si sale anche davanti, non a caso in questi ultimi giorni il virus qui sta dilagando a macchia di pecora (cit.). Sicuramente non è così da tutte le parti, non me ne vogliano, ma la differenza rispetto dove vivo è netta.

Io spero molto che la manifestazione vada liscia come l'olio e senza nessun intoppo, perchè il posto è uno dei più belli che abbiamo nel nostro paese, Borgo Egnazia poi è stupenda, senza contare che è stata la mia prima gara dopo anni di assenza e con un body molto speciale per me. Insomma sinceramente ci tengo molto, come è stato anche per il Varano Lake Tri, sono gare che ti catturano, ti fanno innamorare dei posti e delle persone che la organizzano, perciò vedete di fare i bravi e non fare troppo assembramento in gara che il prossimo anno voglio tornarci.



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La discesa più bella

lunedì 21 settembre 2020

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Scalare il Terminillo in bicicletta e fare 2600m di dislivello positivo? 
Impossibile, a meno che non parti da lontano per arrivarci.
Le previsioni dicono che sta per tornare in anticipo l'autunno, da domenica sera si prevedono forti temporali con relativo abbassamento della temperatura, finalmente. La sveglia alle 5:00, alle 5:30 sono già pronto ma fuori è buio pesto, lo immaginavo, ma speravo nel chiarore dell'alba, non ho voglia di percorrere i primi 10km stretti della salaria col buio, così carico tutto in macchina e vado a Passo Corese, ora che arrivo arriverà anche l'alba, penso, ma penso male ancora una volta.
Ormai però ci sono, la strada da quel punto ha una larga corsia di emergenza, accendo la luce posteriore e parto.
Buio pesto, la riga bianca però la vedo, basta non oltrepassarla e il gioco è fatto.

 
Per fare la foto della riga bianca cade la patente dalla tasca, cominciamo bene.
Da quando sono partito è solo salita, qualche breve discesa e poi si risale ancora e ancora, arrivato al bivio di Poggio San Lorenzo finalmente esce anche il sole.
Continuo a pedalare fino a Rieti, mi fermo alla fontana per riempire la borraccia e mi raccomando alla Madonna
Arrivo dunque a Lisciano, è lì che inizia subito la salita, con brevi pendenze anche al 18%, strava segna anche 20% ma non penso sia reale. Sono 19km di pura salita fino alla vetta est, ma i quasi 1000m d+ già fatti si fanno sentire, andrò tranquillo perché di strada da fare per tornare ne ho ancora abbastanza.
Mi passano, a distanza tra loro, 6 ciclisti, mi raggiunge un settimo alla fontanella di Piazza Pian de Valli, sono tutti di Prima Porta, loro sono arrivati in macchina fino a Lisciano. Proseguo con questo ciclista fino alla vetta est, lui non conosce il percorso, ha portato il figlio a 'scalare' con la sua squadra ma mai aveva fatto il Terminillo.
Arrivo in cima e come al solito faccio la foto sotto al cartello di Leonessa.

Sono diverse volte che vengo qui, e devo ammettere che questa salita mi piace molto, continua e senza sosta per quasi 20km, bella. E' ora di scendere però che sono arrivati dei grandi e bei nuvoloni, non vorrei che... Piove, presa tutta, fino a Lisciano. E' proprio in questo momento che ho apprezzato la mia bella Nat. Ci sto comodissimo, finalmente la sella non mi da più fastidio, anzi, tra qualche tempo toglierò uno spacer, ma i freni, che freni, con tutta l'acqua che scendeva non ha fatto mezza piega, impressionanti. Quando si sta sotto la pioggia mentre si fa sport percepisci dentro di te che stai facendo qualcosa di speciale, piccolo banale ma speciale, mentre scendevo mi sono sentito un bambino, un bambino felice.
Sceso a valle mi fermo a mangiare un tramezzino e una coca e riparto per tornare alla macchina.

Agli occhi di molti può sembrare una classica uscita in bici, alla fine sono usciti neanche 140km, ma l'esser partito da solo, col buio, aver visto sorgere il sole, la strada deserta, la nebbia incontrata a Rieti, il freddo in cima, la pioggia, il caldo del rientro e il vento contro negli ultimi 40km, era da tanto che non stavo così bene.
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Acqua non potabile e un vizio consolidato

martedì 15 settembre 2020

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Domenica esco a fare un giro in bici, parto presto perchè voglio allungare un po il mio solito percorso. 
Le ultime uscite al caldo mi fanno pensare che devo assolutamente cambiare la borraccia porta attrezzi con una borraccia d'acqua, fa ancora molto caldo al rientro e non posso rischiare di stare senza acqua. A malincuore dunque riprendo il sacchetto sottosella per mettere una camera d'aria, una bomboletta e attrezzi vari e ripongo la borraccia, dove ho invece due di tutto.
Da quando ho Nat finalmente le salite me le godo, il 50/34 con l'11/30 mi permettono di salvare la gamba anche nei tratti impegnativi, la mia amata e odiata Eva invece ha un bel 53/39 11/25, roba da professionisti e con lei ogni salita era un calvario, e pensare che ci ho fatto due 9colli.
Parto per il giro alle 7 circa, forse un pelo tardi, ma l'aria è ancora frizzantina e si sta una favola.
Sono solo, come al solito, mi piace troppo però gestire ritmi, fare soste inaspettate o fare foto a tafani che vogliono pungere le mie ruote
Non supero le tre cifre da un po di tempo e visto che oggi ho voglia di metterci dentro anche qualche bella salitella sono un po preoccupato per il rientro, se mi attardo troppo col caldo che fa rischio di arrivare cotto, in tutti i sensi.
Stranamente non accenno a stanchezza o a gambe indolenzite, le prime salite vengono bene, lunghe e inesorabili senza troppa pendenza. Arrivo al Turano e mi fermo a mangiare una crostatina accompagnata da una fresca coca
Scambio due parole con un gruppo di ciclisti incrociati al chiosco e riprendo la mia strada. Il manubrio piatto di Nat finalmente mi permette di stare in posizione crono nei tratti pianeggianti anche senza appendici, ci riuscivo anche con quello classico di Eva ma la strada doveva essere impeccabile. Arrivo dunque alla salita che mi riporterà sulla licinese, la srada che va a Orvinio, 5km di salita media al 7%, sono quasi le 11 e il sole si fa sentire.
Arrivo in cima senza troppi patemi, ma arrivato alla fontana dove solitamente facevo rifornimento trovo un bel cartello "Acqua non potabile" e la fontana chiusa,
 poco male, tra qualche km arrivo a Pozzaglia e li c'è una che sgorga acqua fresca h24, ma arrivo lì e...
 Non è possibile, questo è un complotto. Due signore sulla panchina mi dicono che hanno messo i cartelli perchè l'acqua di montagna non è controllata e dunque i comuni non si prendono la responsabilità di dichiararla potabile "...ma io st'acqua la bevo da quanno ero ragazzina, perciò faccia lei." Inutile dire che per poco non mi facevo la doccia, fresca e limpida, buona.
Durante il viaggio di ritorno vedo altre tre fontane chiuse e non con tanto di cartello
Stanno scomparendo, a quanto sembra, una delle belle cose che il nostro paese ha sempre vantato di avere, che abbiamo anche in quei posti dove i commercianti farebbero carte false per farle chiudere e vendere le loro bottigliette di plastica di acqua minerale, in montagna poi, dove ci può essere sì inquinamento, ma se così fosse allora io e tanta altra gente dovremmo essere morti da un pezzo.
Finisco il mio giro tardi, al caldo, sofferente e accaldato come non mai, ma soddisfatto, quasi 200km con oltre 2000m d+ a oltre 30km/h di media
...ormai sto vizio non credo di perderlo più, anzi.

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L’arte di saper ascoltare

giovedì 10 settembre 2020

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Sono sempre stato un tipo molto riservato, non parlo della mia vita privata con i colleghi di lavoro se non quando mi si domanda direttamente qualcosa, non perché siano antipatici ma non ho una confidenza tale per poter condividere con loro i momenti della mia vita privata.
Negli ultimi tempi vado spesso in trasferta e ho conosciuto diverse nuove persone di altre aziende con le quali ovviamente trascorro momenti lavorativi, ma anche pranzi e cene varie. Durante questi viaggi porto sempre con me le scarpe per andare a correre al mattino presto e la scorsa mattina al mio rientro dalla corsetta ho incrociato nella hall una di queste persone che alloggiava nel mio stesso albergo. Inevitabilmente a pranzo è uscito il discorso del running. Premesso che porto sempre il massimo rispetto verso gli altri, soprattutto verso chi non conosco, il collega in questione prende il discorso dell’attività fisica e prima di arrivare al punto parla e straparla dei suoi workout, step, allenamenti alla sbarra, prepugilistica... fino ad arrivare a descrivere le sue corse settimanali che lo aiutano a scaricare la tensione e a rilassarsi prima dei suoi allenamenti. Fin qui non ci sarebbe niente di anormale, anzi, io stimo sempre le persone che fanno attività fisica, senza mai sminuire nessuno e senza mai vantarmi dei miei personali obiettivi raggiunti nel corso della mia vita sportiva, ma nel parlare noto un bel tono di saccenza, tanto che giunge all’apoteosi nel momento in cui mi dice “...però scusami, ma ho visto le tue scarpe stamattina e non sono proprio il massimo per correre.”
E io “Dici? Io mi ci trovo bene.”
E lui “Sicuramente, ma se vuoi un consiglio le Brooks sono le migliori”
Ora, io credo che nella vita in generale prima di parlare e dare consigli bisogna anche saper ascoltare, purtroppo negli ultimi tempi noto un certo sbilanciamento tra queste due cose, o meglio un inversione di precedenza e nel peggiore dei casi (vedi sopra) un senso unico con divieto di sosta h24.
Non che io sia perfetto, ma in vecchiaia a certe cose sto più attento, mi pace ascoltare la gente, non mi piace quando questa gente però si mette al centro dell’universo ignorando il suo interlocutore, in questo caso il suo ascoltatore.
Il giorno dopo, autonomamente, questo collega ritorna sull’argomento elencandomi le sue varie distanze percorse, la più lunga di 17km, poi però smise perché stava dimagrendo troppo e per la prepugilistica non andava bene “...e tu che distanza massima hai raggiunto nella corsa?”
Solo dopo qualche secondo ho realizzato che alla fine della frase aveva messo il punto di domanda, spiazzato dalla cosa “...chi io? Ho corso la maratona qualche volta”
“Ma dai! Allora sei un professionista! E in quanto l’hai chiusa?”
:)

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Un nuovo ciclista

mercoledì 9 settembre 2020

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Nove Settembre 2o2o, facciamo un veloce recap.

Finito il lockdown ci sono timidi tentativi di ritornare ad una vita quasi normale, anche se non terneremo mai più alla vita di prima, troppi fattori hanno inciso la nostra testa per sempre.

Ma le gare ancora non si fanno, qualche granfondo si, di corsa neanche a parlarne, ad oggi ancora danno per certa Venezia, ma ho come l’impressione che farà la fine di Cervia, aspetteranno gli ultimi giorni per posticipare tutto al prossimo anno.

Purtroppo il virus, malgrado i negazionisti, ancora c’è, e assumersi la responsabilità di creare dei nuovi focolai è un rischio che nessuno vuole assumersi, ma quei pochi che lo fanno, a mio parere, fanno bene, l’importante è farlo con le dovute precauzioni che ormai sappiamo applicare tutti a memoria, anche se non ci chiedono di farlo.

Cosa ho fatto io nel frattempo? ...niente.

Qualche corsa fino a giugno, poi solo bici, senza grandi pretese, lo spostamento delle gare programmate per questo 2o2o mi hanno tolto definitivamente lo stimolo di allenarmi.

Ma sto bene, senza grandi preoccupazioni sulle varie prestazioni (non che ne avessi mai avute negli ultimi 5 anni) con un solo pensiero in testa, quello di poter arrivare in discreta forma per maggio del prossimo anno.

A proposito, lei è Nat


Eva, la Caad è passata nelle mani del militare di casa, e finalmente posso godermi anch’io le salite, addio al 39-25, con Nat non ci sono pendenze che possano intimorirmi.

Posso dire, dopo 12 anni, di essere un ciclista.


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Cosa significa per me allenarsi

sabato 2 maggio 2020

2 commenti

Mi trovo spesso in bilico tra l'essere un ipocrita e un ciarlatano, dico scrivo e racconto cose che poi nella vita reale non faccio, questo agli occhi di molti, ma non ai miei.
- Dai ti ho visto su Strava, ti stai allenando alla grande
- Ma se esci in bici tutte le domeniche!
- Ti alleni 5 volte a settimana, a chi la racconti
Ho passato gli ultimi anni a cazzeggiare correndo, a girovagare sulla bici e più raramente a fare il bagno in piscina, questo per tanti cattivi motivi ormai passati, ma certe cose sono difficili da risistemare e quando ci riesci ti accorgi che comunque non le stai facendo più come le facevi una volta, perché i punti di vista ormai sono completamente diversi.
Nonostante questo negli ultimi tempi queste 'uscite' mi hanno permesso di poter tornare 8 mesi fa ad andare laddove mi piace più stare, a piedi scalzi sulla sabbia fresca di primo mattino con indosso una muta la cuffia e gli occhialetti.
Ma per fare questo non mi sono allenato, mi sono soltanto preparato per poter gareggiare.
Cosa significa allora per me allenarsi?
Allenarsi vuol dire...
Avere le sacche sempre pronte in macchina con almeno due cambi per correre per pedalare e per nuotare.
Avere una tabella di allenamento da rispettare più dei DPCM
Avere le testa concentrata almeno 12 ore al giorno sull'obiettivo da raggiungere.
Essere incazzati quando si deve saltare un allenamento.
Essere sfiniti il giorno dopo perché oltre a quello che avevi in tabella hai recuperato l'allenamento perso del giorno prima.
Andare a nuotare in boxer perché hai dimenticato il costume sullo stendino.
Uscire in bici per 100km e non fermarti a perdere tempo per un caffè.
Avere le gambe e le spalle indolenzite al punto giusto da renderti felice e soddisfatto.
Mettere ad asciugare sul cruscotto il completino tirato fuori dalla lavatrice al mattino che ti servirà per il pomeriggio.
Finire un allenamento e pensare che avrei potuto fare di più.
Andare a letto e prima di addormentarsi pensare a quello che hai fatto e a quello che dovrai fare domani.
Avere quel senso di appagamento a fine giornata che niente altro può darti se non un buon allenamento.
Quando nella mia mente scatta l'interruttore che accende la luce nella stanza della consapevole e ricercata sofferenza.
Ecco, questo per me significa allenarsi.
Perciò quando dico che non mi sto allenando intendo che non sto facendo e provando tutto questo, anche se corro nuoto e pedalo per 7 giorni alla settimana.
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Dissonanze inevitabili

giovedì 23 aprile 2020

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Nelle mie infinite preparazioni per le gare di lunga distanza, parliamo ovviamente di triathlon, c'è un attrezzo fondamentale, se non addirittura indispensabile, i rulli.
Molta gente comune in questo periodo ne ha sentito parlare a sproposito senza capirne inizialmente lo scopo per poi lentamente conoscerne meglio il loro utilizzo, un pò come quelli che si sono accorti nell'ultimo mese che il running è uno sport praticato da moltissima gente.
Da qualche mese però sono impossibili da ordinare online, visto che siamo tutti reclusi in casa molti hanno pensato di acquistare le ultime rimanenze, che rispetto al prezzo di listino, già a febbraio, avevano raggiunto il limite della speculazione. Qualche sito inserisce anche la data di riassortimento per poterli preordinare, peccato che il rincaro arriva anche a +200 euro sempre rispetto al normale prezzo di listino.
A Settembre scorso, un eternità fa, quando ho cominciato a frequentare il centro sportivo, ho iniziato a seguire qualche lezione di spinning con spinbike molto all'avanguardia, da li avevo quasi partorito l'idea di ricomprare i rulli, se non fosse che ogni tanto, spesso, devo comprare un copertone da consumare sul cilindretto e perché difficilmente metto Aran sui rulli per tanti buoni motivi.
I rulli con trazione diretta invece, non avendo bisogno della ruota permettono di agganciare la bici direttamente sul pacco pignoni, questo fa si che gli allenamenti siano più specifici e tecnici, permettendo di concentrarsi esclusivamente sulla pedalata e alla relativa tecnica, se a questo si abbina poi un software training che regola in automatico la resistenza in base al percorso scelto, siamo al top dell'allenamento indoor.
Tutte cazzate.
Funzionano diversamente, ma alla fine i rulli sono come le biciclette, ti prendi il modello nuovo perché ti piace e fa figo, hanno tutte due pedali due ruote e un manubrio e anche i rulli hanno un rullo e una frizione, quelli a trazione diretta non consumeranno i copertoni ma consumano corrente. Sinceramente non capisco tutto questo accanimento, io continuerò imperterrito ad allenarmi sui miei fidati rulli meccanici e con orgoglio comprerò un nuovo copertone ogni volta che ce ne sarà bisogno, non scenderò mai a compromessi, sono e rimarrò un ciclista della vecchia guardia.
Per avere un idea di come sono fatto, quando alle elementari la maestra raccontò la storia di Esopo sulla volpe e l'uva ci chiese cosa avevamo imparato da quella storia, io risposi che le volpi non mangiano le verdure e che aveva fatto bene ad andarsi a cercare qualcos'altro da mangiare.
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